Recensione Alone in the dark

Ebbene sì, è arrivato anche il quinto capitolo della serie Alone in the dark, disponibile per tutte le console.

A giudicare da quello che si poteva leggere sui giornali prima della sua release ci si aspettava parecchio da questo titolo, e bisogna ammettere che (quasi) tutto è stato mantenuto. Eh sì, perchè non è altro che un gioco veramente piacevole. Si tratta di un avventura-horror, ambientata in Central Park, anche se a giudicare dall'inizio del gioco non si direbbe, visto che ci si ritrova a fuggire il più velocemente possibile da un edificio in fiamme che sta crollando (mica male per iniziare eh?).

Il gioco ha una particolarità, vista in pochi altri: si ha la possibilità di giocare fin da subito a qualsiasi capitolo della storia. Infatti non è necessario finirne uno per sbloccare il successivo. No, gli sviluppatorni hanno pensato anche ai più imbranati che hanno preso poche volte in mano un titolo del genere (anche se chi deciderà di giocarsi l'ultimo livello dall'inizio, oltre ad aver buttato i soldi nel cesso, si ritroverà a non capire niente...).

L'aspetto tencico è ben curato: Sono parecchie le interazioni, se pensiamo che all'inizio, quando siamo intontiti e capiamo poco di quello che sta succedendo, la vista si appannerà di continuo, rendendo così necessario lo sbattimento delle palpebre degli occhi (ovviamente comandato a nostro piacimento). Sono molti i punti in cui bisognerà trovarsi a saltare da un punto dell'edificio ad un altro, per non ritrovarsi immersi nelle fiamme; c'è da dire che invece i salti sono parsi un po' meno convincenti (forse perchè sembra che il nostro alter ego sia un campione di salto in lungo...). Non mancano i momenti in cui ci si ritroverà a calarsi con una fune da un muro (stile Vegas), dove talvolta sarà necessario dondolarsi per raggiungere una sporgenza, oppure fare un balzo che ci farà superare una ventola che altrimenti ci spazzerebbe via. Nel tratto di gioco in cui ci si trova a fuggire dall'edificio, utilizzeremo un estintore per spegere le fiamme, ci troveremo più volte a penzoloni sul vuoto aggrappati ad un cornicione mentre il muro sta crollando, e a schivare veri e propri "pezzi" di edificio che crollano in continuazione.

Ma nella parte principale del gioco, quella ambientata a Central Park, ci facciamo trovare ben più preparati: infatti qui il nostro equipaggiamento sarà di una torcia, una pistola, e, dulcis in fundo, un lanciafiamme. Eh sì, perchè dopo che dalle fiamme ci dovevamo scappare, ora abbiamo voglia di farne uso (e che uso!).
Ma badate: i nemici di certo non sono esseri umani come il titolo lascia intendere (e come gli altri capitoli precedenti), ma bensì ci ritroveremo ad affrontare dei non-morti. Non che ci diano poi così tanto fastidio quando possiamo contare sul nostro begnamino-lanciafiamme. La cosa si coplica quando invece il lanciafiamme si scarica e ci dobbiamo arrangiare con la nostra pistolina e una torcia.

Però c'è da dire che l'incendiare i nostri nemici a suon di lanciafiamme ha tutto un programma nel gioco, ovvero quello del divertimento, ma anche quello dello stupore: infatti potremo veramente dare fuoco ai nemici, oltre che a incendiare il pavimento per bloccarli e poter così fuggire, sapendo che se proveranno ad inseguirci, saranno abbrustoliti.

C'è da dire inoltre che, tra un non-morto e l'altro, ci vedremo implicati nella risoluzione di enigmi, alcuni più facili, altri più difficili (ma ricordo che per questo hanno fatto in modo di saltare i capitoli...)
L'aspetto grafico, come si poteva dedurre da tutto questo, non manca di far stupire gli occhi dei giocatori: da aspettarsi un pc "potente" per farlo girare.


Insomma, sotto tutti i punti un titolo divertente e stupefaciente sotto altri aspetti. Da giocare.